PROBLEMI DELLA COPPIA
Perché ci si innamora? Quali sono le ragioni per cui ci si sposa? E perché poi, sempre più facilmente ci si separa?
Da un punto di vista strettamente psicoanalitico la persona di cui ci si innamora non rappresenta altro che un sostituto di quell’ideale dell’Io che alberga in ognuno di noi e che ognuno di noi cerca di realizzare senza per altro mai riuscirci. Con parole diverse e più semplici possiamo dire che l’innamoramento è una esperienza straordinaria che stravolge la nostra vita facendola diventare più ricca ed entusiasmante e facendoci guardare il mondo con occhi diversi sicchè siamo portati spesso a sopravvalutare e idealizzare la persona che amiamo tanto da volerci legare ad essa col rito ufficiale del matrimonio nella certezza che sia “ per sempre “.
In realtà oltre a fattori psicologici, anche fattori socio-economici nonché il desiderio di avere dei figli e formare una famiglia hanno costituito e costituiscono importanti motivazioni al matrimonio.
In passato una rigida divisione dei ruoli ( uomo dedito al lavoro e donna alla cura della casa e dei figli ) costringeva la coppia a restare insieme magari anche quando il rapporto d’amore tra le due persone si era irrimediabilmente deteriorato. Nella società moderna, invece, le donne hanno conquistato quasi tutti i ruoli tradizionalmente maschili realizzandosi dal punto di vista professionale e lavorativo e d’altra parte gli uomini hanno fatto molti progressi in campi prima riservati esclusivamente alle donne (cucinare, tenere in ordine la casa, accudire i bambini etc.) per cui marito e moglie oggi non hanno più un bisogno stretto l’uno dell’altra ed è più facile, in caso di conflittualità forte, la decisione di separarsi.
Ovviamente questa decisione non può non comportare problemi sui figli che subiscono uno sconvolgimento dei precedenti modelli di riferimento con ripercussioni negative per il loro sviluppo psicoaffettivo che possono tradursi principalmente, nei più piccoli, in disturbi di ansia e comportamenti regressivi (enuresi) , disturbi psicosomatici ( cefalea, disturbi gastro-intestinali ), senso di colpa, perdita di sicurezza con assunzione di atteggiamenti difensivi, perdita della fiducia negli altri con il rischio di diventare in seguito incapaci di costruire buone relazioni , mentre nei ragazzi più grandi ( pre-adolescenti ed adolescenti ) possono evidenziarsi disinteresse per la scuola, comportamenti devianti o trasgressivi (allontanamento da casa, assunzione di sostanze stupefacenti, atti di bullismo), facile irritabilità e aggressività oppure depressione e attacchi di panico. La situazione peggiora quando questi ragazzi diventano vittime di manipolazioni non sempre consapevoli da parte dei genitori intenzionati a fare di loro degli alleati nella propria lotta personale contro il partner sia prima che dopo l’iter giudiziario. E’ evidente, infatti, che i figli sono l’anello debole della catena e facilmente, non disponendo più stabilmente e in modo congiunto dei due più importanti riferimenti affettivi, svilupperanno in futuro aree di fragilità nella loro struttura di personalità. D’altra parte, i genitori ( specialmente i padri già penalizzati per avere meno tempo disponibile da poter passare con loro ) che accettano la separazione con sufficiente tranquillità perché fiduciosi dell’amore che hanno singolarmente per i loro figli, non considerano che sarà proprio questa maggiore distanza spazio-temporale a produrre una maggiore distanza emotivo-affettiva.
Per tutti questi motivi è quindi vivamente auspicabile che, alle prime avvisaglie della crisi, la coppia o almeno uno dei coniugi, in genere il più sensibile (e sintomatico ) si rivolga ad un esperto che possa mettere in atto un intervento psicoterapeutico tendente a risanare il conflitto coniugale attraverso la comprensione profonda delle dinamiche che lo sottendono o, quando questo obbiettivo non è raggiungibile, possa almeno aiutare la coppia ad elaborare i sentimenti di rabbia, aggressività e vendetta reciproca al fine di collaborare, se non più come marito e moglie, almeno come genitori responsabili per permettere ai figli di adattarsi nella maniera meno traumatica possibile ad un nuovo equilibrio familiare.