Dott. Gennaro Fiore

Medico-Chirurgo - Psicologo Clinico e Psicoterapeuta

FOBIE E ATTACCHI DI PANICO

Le fobie sono paure irrazionali e persistenti che impediscono al paziente di venire a contatto con particolari situazioni ( stare in spazi aperti o chiusi, guidare in autostrade affollate o nel traffico cittadino, allontanarsi da casa etc.) , oggetti ( coltelli, aghi, siringhe etc.), attività ( nuotare, viaggiare, prendere un aereo, un treno etc. ), animali (cani, topi, serpenti, insetti etc.) o altro ; queste e tante altre paure limitano fortemente la sua autonomia  pur non rappresentando per lui un pericolo reale e oggettivo.

L’esposizione allo stimolo fobico provoca inevitabilmente una immediata risposta ansiosa per cui anche qui il paziente ricorre all’evitamento e la somma di questi evitamenti comporta una notevole riduzione della sua qualità di vita.

Può accadere che a volte la paura è talmente forte ed improvvisa che il paziente ha la sensazione anzi quasi la certezza di una catastrofe imminente con paura di morire, di perdere il controllo o di impazzire e avverte imponenti sintomi fisici e neurovegetativi quali sensazione di asfissia o di soffocamento, dispnea, palpitazioni, dolore o fastidio al petto, tremore, vertigini, sudorazione etc : è il classico attacco di panico con la nota sequela di : corsa in Ospedale, visita del medico di Pronto Soccorso, accertamenti di routine e…dimissione dopo somministrazione di ansiolitici (spesso senza  nemmeno il consiglio al paziente di consultare  uno psicoterapeuta!).

 Si evince quindi che l’attacco di panico che per fortuna generalmente non dura molto nella sua fase acuta, parte da una distorsione cognitiva con errata interpretazione e attribuzione dei sintomi da parte del paziente senza il riscontro di una vera malattia organica.

Almeno in fase iniziale, per non cadere nel vortice “ paura della paura “ suggerisco al paziente di  considerare la sua paura non come una nemica acerrima con cui intraprendere uno scontro frontale o un “ braccio di ferro “ che ora lo vedrebbe perdente ma come una temporanea compagna di viaggio, per quanto odiosa e scomoda, con cui ogni tanto deve scendere a compromessi dandole diritto di esistenza e  sopportando la sua presenza e il suo fastidio senza  però mai accettare di farsi bloccare completamente. In seguito, man mano che crescerà il senso di sicurezza e l’autostima, la paura sarà sempre più costretta a ridimensionarsi fino a scomparire del tutto quando i comportamenti nuovi e più adeguati saranno automatizzati.