DISTURBI D’ANSIA
L’ansia è quella particolare sensazione di malessere accompagnata da tensione nervosa, preoccupazione e paura (con conseguenti disturbi neurovegetativi) che pervade spesso le persone che devono affrontare una situazione considerata difficile o rischiosa quando magari non lo è per altri. Tipico è l’esempio dello studente che deve affrontare un esame o del paziente che deve sottoporsi a degli accertamenti clinico-diagnostici ; l’ansioso tende a rinviare, magari per lungo tempo, questi appuntamenti col risultato che l’ansia non solo non scompare ma si rinforza e “ lo insegue “. L’origine di questa scelta di evitamento è nella persistenza di un Sé fragile e insicuro che già a partire dall’infanzia non si è ben strutturato per deficit ambientali e/o carenze educative (modello bio-psico-sociale). Il terapista incoraggia il paziente a fermarsi (anziché fuggire) ed affrontare “ il mostro “ perché le cose si possono fare anche con la paura scoprendo spesso che alla fine tutto è andato bene ed è stato più facile di quello che si pensava sicchè tale paziente inizia a credere un po’ di più in se stesso per le successive piccole o grandi sfide che si presenteranno in seguito; se invece non dovesse andar bene è il caso di chiedersi e chiedere cosa si può migliorare e poi riprovare!
Credo che l’obbiettivo terapeutico non debba essere quello di eliminare completamente l’ansia dalla propria e altrui vita (anche perché farlo probabilmente è impossibile e forse anche controproducente) ma solo quello di eliminare l’eccesso troppo disturbante dell’ansia stessa imparando invece a gestirla.
Gestire l’ansia può significare sapere in anticipo che in certe situazioni questo malessere ci sarà e si dovrà essere disposti ad accettarlo ma significa anche sapere altrettanto in anticipo che quella tale cosa sarà fatta e poi tutto tornerà nella norma come prima.